C’ è un angolo nascosto nel cuore di Parikia, fra i vicoli bianchi e azzurro cielo. Per chi lo conosce è quasi difficile ritrovarlo, anno dopo anno. Quando diventa buio, ancora di più. Per chi ci arriva la prima volta bisogna solo seguire bene le indicazioni. E’ il ristorante “Apollon garden”: un giardino raccolto fra gli ulivi e i rami di vite. Lume di candela, atmosfera top: i fratelli Maniatis,di Sparta, sono il core business del locale; alla cassa la moglie di uno dei due: blocchetto in mano e fare spigliato. Parlano tutti un inglese-grecizzato. Ma con gli italiani (‘una fazza una razza’) ci si capisce sempre e comunque. E’ un posto molto famoso e conosciuto dai greci. Alle pareti di un corridoio in pietra sono appese decine di foto scattate con celebrità nazionali e internazionali : starlette greche a noi sconosciute ma anche personaggi del calibro di Re Juan Carlos. All ‘Apollon’ la cucina greca è buonissima e un po’ più sofisticata. Qui il cuoco con i pochi ingredienti delle Cicladi riesce a dare quelle sfumature di sapore difficili da ritrovare e da ripetere. Ecco che la feta diventa fritta (saganaki) o al forno, impanata con i semi di sesamo, all’insalata viene aggiunto il mango e il pollo non è solo un semplice spiedino ( suvlaki ) ma un delizioso filetto scottato e ricoperto di salsa alle prugne. Le dolmades (gli involtini di riso nelle foglie di vite) sono tutte grandi uguali e si gustano in un solo boccone.
All’ Apollon si ritorna sempre (noi siamo ormai di casa). Soprattutto grazie al proprietario e ai suoi aneddoti di fine cena serviti assieme alle classiche mastica, ouzo e anguria tagliata a cubetti. La storia che amo di più è quella su Sean Connery.“Venne qui anni fa-ci ha raccontato all’ultimo incontro-ospite di un’amica che possedeva una grande villa su un’isola vicina. Quella sera (ancora non si sa se per caso) al ristorante arrivò un controllo fiscale che mando’ in tilt l’intero personale del locale.Tutti correvano come pazzi senza meta, divisi fra la presenza di Sean e l’ansia da prestazione davanti a questi signori arrivati da Atene. Mr Connery si accorse subito che qualcosa non andava. Si alzò dal tavolo. La sua presenza così imponente oscurò tutto il resto.Con garbo si avvicinò agli agenti delle tasse: “Ma lasciateli in pace, si vede che qui lavorano solo brave persone, cosa cercate?” Una frase che -ancora ricordo- conclude Mr Maniatis – li pietrificò. Continuarono a spulciare fra scontrini e fatture con fare non proprio disinvolto. Risultato: la multa fu di 1000 euro ma la notizia di Sean Connery “Robin Hood” il giorno dopo era su tutti i giornali. E non solo su quelli di Paros. Con gran ritorno per il nostro locale. Pensate che mi chiamarono persino alla tv di Atene ma non ci andai. E con questo vi saluto.”“Stin y yamas” , alla vostra ! Ta leme sto chrono”. Ci vediamo il prossimo anno filimu!