Oggi vorrei raccontarvi la storia di Roberta e Francesco che hanno scelto Paros per il giorno più bello! Roberta è un’amica blogger con la mia stessa passione per la Grecia e per Paros. Avevo deciso di raccontarvi il suo matrimonio con un’ intervista. Mi sono anche impegnata a prepararle e inviarle alcune domande, poi però quando ha cominciato a scrivere, non si è più fermata. Mi ha letteralmente trascinata e trasmesso la gioia del suo sogno. Interromperla con delle domande sarebbe stato come interrompere una magia. Dunque ora la palla, passa a lei:
“L’idea del matrimonio a Paros nasce un po’ inseguendo un sogno che, forse, non pensavo si sarebbe mai realizzato.
Sono capitata a Paros per la prima volta nel 2012, assieme a Francesco, che poi sarebbe diventato mio marito.
Era una mini vacanza itinerante per le isole greche, organizzata a modo nostro, cioè nella maniera di viaggiare che tanto amiamo, stile piccolo tour de force: 4 isole in soli 12 giorni, pochi giorni ciascuna ma sufficienti per immergersi a pieno nella loro atmosfera e coglierne l’anima.
Paros fu la prima di quel giro, inserita quasi per caso, solo per spezzare il lungo tragitto in partenza dal Pireo e diretto alle isole più lontane. Tante volte, durante quella vacanza, una volta approdati nelle altre isole del mini tour, ci è capitato di pensare a Lei con nostalgia. Il giorno della “proposta” (lo scrivo tra virgolette, perché il modo in cui abbiamo deciso di sposarci è stato parecchio bizzarro, e meriterebbe -forse- un capitolo a sé), quasi ridendo ho rivolto a lui la fatidica domanda: “Beh, allora scegli tu: Paros, Leros o Lipsi?”.
Senza pensarci nemmeno molto, opta per Paros: “più facile da raggiungere per tutti gli invitati”.
Credo stia scherzando, del resto l’idea del matrimonio in Grecia è sempre stata mia.
Lui è uomo, quindi più pragmatico, meno idealista, più concreto… si sa che le donne sognano più in grande, specialmente quando fantasticano sul loro “grande giorno”.
Eppure mi rendo conto che lui fa sul serio.
E, per me, sarebbe disposto ad una trasferta in terra ellenica, pur di realizzare questo mio piccolo desiderio. Dopo qualche contatto poco soddisfacente, mi imbatto finalmente in Georgia e nella sua agenzia: WeddingParos. A poche ore dal primo contatto mail, ci conosciamo in una lunga videochiamata su Skype, e in serata avremo già fissato il giorno del matrimonio e prenotato la Chiesa di San Giorgio, a Naoussa. È il 12 Gennaio 2016, e il matrimonio sarà il 4 Giugno… dello stesso anno!
Quindi abbiamo 5 mesi esatti per organizzare il tutto.
Io ho preferito vivermi i mesi che mi separavano dal sogno come se fossero attimi di un film a scorrimento lento, da gustare e vivere pienamente senza che fossero “contaminati” da stress o emozioni negative.Ho potuto farlo solo affidandomi in toto a Georgia e al suo team, e fidandomi ciecamente del loro lavoro.
Le è bastata qualche mail e qualche conversazione su Skype per decifrare i nostri gusti, snocciolare le nostre aspettative, e proporci soluzioni che potessero essere adeguate al tipo di matrimonio che volevamo realizzare: qualcosa di piccolo, con pochi invitati, e che rispecchiasse l’atmosfera greca senza particolare enfasi al fasto o al lusso. Volevamo la taverna, la musica tipica, i decori semplici e Georgia è sempre stata brillante nel proporci l’opzione perfetta, con un’attenzione al dettaglio sempre ineguagliabile.
Nei 5 mesi di preparativi non sono mai andata a Paros a “controllare” lo svolgimento dei lavori: qualsiasi dubbio potessimo avere, Georgia era pronta a raccogliere le nostre confidenze, a veicolarle ai fornitori e tornare da noi con le rassicurazioni che avremmo voluto.
La cosa più bella di quel giorno, per me, è stata proprio la sorpresa insita nelle piccolissime cose. Il fatto che non fossi stata io a prevedere lo svolgimento naturale degli eventi, e che quindi in certi momenti non sapessi nemmeno io cosa aspettarmi.
La Chiesa, che non avevo mai visto, prima di arrivarci stretta al braccio di mio papà. Lo staff dell’albergo in cui soggiornavamo, e in cui si sono svolti trucco e parrucco di protagonisti e ospiti della grossa, grassa avventura in terra ellenica: chi può dimenticare la suite addobbata a festa, i regali e gli addobbi regalatici con il cuore…
Villa Irini è il posto in cui, ancora oggi, mi rifugio tutte le volte che torno sull’isola. È quel posto che chiamo casa, quando sono lontana da casa. I nostri invitati e la meraviglia nei loro occhi: vedere gli amici più stretti coinvolti dal momento che stai vivendo, ma anche estasiati dalla bellezza del posto in cui li hai portati… sapere di aver seminato anche nei loro cuori una piccola parte di quell’isola che è dentro di te.
Il perfetto incastro di tutto: l’arrivo degli ospiti, via barca, alla location della cena, sopra la spiaggia di Kolymbithres, la qualità delle portate servite, l’atmosfera informale attorno al tavolo a ferro di cavallo preparato per noi, le risate con gli amici giunti proprio lì, in quel puntino dell’Egeo, da tutto il mondo. Il nostro viaggio di nozze si è svolto itinerante in terra greca.
Siamo rimasti a Paros ancora qualche giorno, il tempo di registrare anche in Comune il nostro matrimonio, con delle “scartoffie” scritte in quella lingua che -all’epoca- mi era così estranea, in compagnia di amici e parenti che hanno colto l’occasione del nostro matrimonio per fare qualche giorno di ferie.
Poi ci siamo spostati a Naxos e, infine, a Mykonos da cui abbiamo ripreso il volo per tornare in Italia.
È come se Paros mi fosse entrata dentro ancora di più dopo quel giorno; sono tornata altre volte sull’isola, anche da sola.
A trovare la mia Georgia e la mia nuova casa/famiglia acquisita, a scoprire un legame sempre più viscerale con i paesaggi di quell’isola che mi ha accolta per il mio giorno più importante, a cimentarmi con la lingua dei local che ho iniziato a studiare qualche mese dopo il matrimonio.
Perché un’isola, quando inizi a sentirla “tua”, comincia a stregarti con la sua magia, ti infonde la voglia di tornare all’infinito, e nonostante tu creda di conoscerne ogni singolo anfratto, ci sarà sempre una meraviglia nascosta che si paleserà ai tuoi occhi per la primissima volta.
Io credo che sognare ci faccia sentire vivi e alimenti la nostra energia vitale, e a chiunque mi parli del “sogno” di un matrimonio o di una casa in Grecia dico sempre di chiudere gli occhi e assaporare quel momento, per quando verrà.
Perché non bisogna mai ritenere irrealizzabili i propri sogni, specie se fatti di queste “piccole” cose, come un matrimonio in riva al mare.
Certo, mantenere saldi i piedi per terra e mettere a bilancio tutte le possibili spese è fondamentale, e per questo consiglierei di cominciare dalla cosa più banale e scontata di tutte: la lista degli invitati.
A seconda del numero di invitati, potrete poi valutare se offrire loro il viaggio, il pernottamento, o entrambi e decidere su quale voce investire di più (abito da sposa? Decori? Torta nuziale? Musica?). Quello che vi consiglierei di sicuro, in base alla mia esperienza, è affidare l’organizzazione del vostro giorno speciale ad un’agenzia di wedding planner, che possa accompagnarvi con serenità, professionalità e spensieratezza fino al momento del “si”… e anche oltre, quando da un rapporto di collaborazione può nascere anche una splendida amicizia”.
Questo era il sogno di Roberta e voi cosa aspettate a realizzare il vostro?