Bionda o mora. Ad ognuno la sua. Da una piccola isola una grande birra , nata da poco e che si sta preparando al mercato internazionale. Avevo sentito parlare della “56” ma avevo la curiosità di saperne di più. Come ti viene la voglia di produrre una birra speciale sull’isola delle meraviglie dove in realtà a farla da padrone indiscusso è il vino, il buon Moraitis? Contattare Marinos Alexandrou , greco-cipriota che vive a Londra è stato facilissimo. Ha 35 anni e da sempre si occupa di economia e finanza. La sua avventura fra malto e orzo è nata quasi per scherzo: è una storia di intraprendenza e determinazione che vale la pena di essere raccontata. Ho deciso di intervistarlo per capire come è nato questo sogno condiviso con un amico di infanzia.
Come ti sei avvicinato al mondo della birra?
Per un sacco di motivi. Vivo a Londra ma da anni vado in vacanza a Paros, ho anche un grande amico Nikos che è nato lì, l’ho conosciuto durante gli studi. Quando ha deciso di tornare a vivere sull’isola, abbiamo pensato di buttarci in un business insieme. Perché la birra? Perché è un prodotto che ti permette di sperimentare diverse gusti e di sviluppare una tradizione. Abbiamo unito la nostra creatività con il nostro backround commerciale.
.. e il momento dell’illuminazione?
In un tiepido pomeriggio a Londra. Stavamo bevendo una birra in un pub. Davanti noi un sacco di giovani, musica, eventi per la strada. Ci siamo ricordati delle giornate trascorse insieme a Paros, sotto il sole greco. Volevamo ricrare quell’atmosfera.
.. detto fatto…
A Paros c’è una varietà di orzo ideale per la birra. Quando la Grecia- anni fa- ha cominciato le prime produzioni le grandi aziende andavano sull’isola apposta per comperare la materia prima dai contadini locali. La qualità è ottima. Volevamo creare un prodotto di qualità e grande ‘personalità’ da poter esportare nel mondo. I turisti che visitano la Grecia oltre a ricordarsi i luoghi e l’ospitalità potranno apprezzarne anche il gusto. I ricordi e l’immagine dei paesaggi mozzafiato della Grecia si riflettono nella nostra bottiglia blu mare.
Parlami del processo di produzione?
Ci sono pochi e brevi strategie. Prima di tutto bisogna fresare i prodotti che vengono dalla terra. Malto e orzo opossono essere ‘mixati’ a piacere in base al gusto che si vuole ottenere. Il secondo grande ‘step’ e l’acqua, che va aggiunta nella giusta temperatura. Poi bisogna filtrare gli ingredienti al punto giusto e aggiungere il luppolo. Il tempo di fermentare e la birra è pronta.
Quante varietà di “56 isles” esistono?
Al momento produciamo la Pilsner, una birra che è stata premiata, è una bionda chiara; poi abbiamo la Aegena Wit, fresca e aromatica.
Un premio?
Si, pochi mesi fa. Avevo portato un po’ di bottiglie di birra a Londra, le ho date ad alcuni amici che lavorano nel ‘food and beverage’. Ero un po’ indeciso inizialmente; ma loro si sono complimentati e mi hanno detto di iscrivere la 56 isles ad un concorso, il “Good Taste”. Abbiamo aspettato un po’ , quasi mi ero dimenticato di aver partecipato e poi.. in estate la bella notizia: un premio ai nostri sforzi. Ci simao avvicinati a questo mondo con modestai e senza arroganza. Ne è valsa la pena.
Dove possiamo trovare oggi la “56 isles”?
In Grecia naturalmente ma abbiamo appena cominciato ad esportarla in UK, Francia,Germania. I prossimi mercati saranno Italia e Svizzera. Gli italiani a Paros sono moltissimi, per noi è una vetrina importante. Abbiamo ricevuto anche e-mail da Canada, USA e Australia.
Date un’occhiata anche al sito web di questa birra: è un vero e proprio viaggio alla scoperta dell’orzo e del malto.